Rumore
C’è troppo rumore. Un incessante rincorrersi di proposte per riempire questo tempo: film, meditazioni, esercizi, pratiche, lezioni, articoli, commenti, vademecum, giochi, videoclip, visite virtuali, biblioteche e archivi aperti… Una bulimia mostruosa, per evitare di stare da soli nel silenzio e nel vuoto che ci atterriscono.
Ci vuole silenzio per sentire che cosa si muove nell’anima, per lasciare che i fantasmi che la abitano si manifestino e raccontino il loro dolore, che è anche il nostro. Ci vogliono tempo vuoto, misura e quiete.
Solo il silenzio potrà fare da cornice rispettosa al sacrificio dei tanti infermieri, medici, operatori, poliziotti, soldati, commessi che sono l’ossatura di questo nostro convivere piegato dal dolore, alla quale ci aggrappiamo per non disgregarci.
Solo nel silenzio possono risuonare le parole “Come stai?”, con la loro profonda, assoluta perfezione. O la voce di un amico che ti racconta com’è andata, in questi giorni, nella trincea sulla linea del fronte.
Per favore, piano.